Lo stagno è un ambiente ricco di microrganismi. Alcuni di questi ultimi, tuttavia, rischiano di esser dannosi, se liberi di proliferare indisturbati. È essenziale adottare misure preventive tramite un controllo periodico della salubrità delle acque ed un monitoraggio della fauna ivi presente.
Alla luce di costanti analisi, si possono decidere interventi correttivi sulla gestione dell’acqua, per migliorarne le condizioni di vivibilità. Gli interventi sono, principalmente, di carattere naturale e fisico:
La fitodepurazione, l’ossigenazione meccanica e l’introduzione controllata di specie autoctone sono soluzioni efficaci per prevenire la proliferazione di microrganismi dannosi e garantire la salute dell’ecosistema acquatico. Questo approccio integrato aiuta a preservare la biodiversità, proteggendo tutte le forme di vita presenti nello stagno.
Tali azioni sono volte a favorire la corretta movimentazione dell’acqua, a ridurre le sostanze che possono risultare dannose per le forme di vita più deboli dell’ecosistema e a mantenere costanti i parametri presi in considerazione nelle analisi.
L’approfondimento
L’importanza della concentrazione di Ossigeno disciolto negli stagni
Il valore dell’ossigeno disciolto è fondamentale nella valutazione della salubrità degli stagni e nella tutela della biodiversità. Questo parametro misura la quantità di ossigeno presente nell’acqua, indispensabile per il metabolismo aerobico degli organismi acquatici come anfibi, pesci e microbi benefici.
Un adeguato livello di ossigeno disciolto garantisce un ambiente ossidante che mantiene l’equilibrio dell’ecosistema e previene processi anossici dannosi, come la morte di specie sensibili e la proliferazione di microrganismi nocivi. Valori di ossigeno disciolto inferiori a 4-5 mg/l possono mettere in stress o minacciare la sopravvivenza di molte specie, mentre livelli costanti e stabili indicano un habitat sano e vivibile.
La concentrazione di ossigeno disciolto dipende da vari fattori, tra cui temperatura dell’acqua (che riduce la solubilità a temperature più alte), presenza di sali, attività fotosintetica e scambi con l’atmosfera. Per esempio, durante i mesi estivi osserviamo un calo nei valori di ossigeno disciolto, proprio per l’aumento delle temperature.
Il monitoraggio continuo di questo parametro consente di individuare tempestivamente condizioni di degrado della qualità dell’acqua e di progettare interventi correttivi naturali o fisici come la fitodepurazione o l’ossigenazione meccanica. Questi interventi mirano a mantenere un livello ottimale di ossigeno che supporti le fasi vitali dei vari organismi presenti nello stagno, preservando così la biodiversità locale e l’equilibrio ecologico.
In sintesi, l’ossigeno disciolto è un indicatore chiave per la salute degli stagni, essenziale per la protezione e la conservazione degli ambienti umidi e della loro ricca fauna e flora.